Ho il profilo, ma non ho capito a cosa serve [Per un utilizzo consapevole di LinkedIn – 2]
13 Set 2013 - Articoli
Mi capita spesso di sentire persone (sia junior che senior) che alla classica domanda “Sei su LinkedIn?” danno la risposta più classica.
Che non è “sì”, non è “no” e nemmeno “fatti i fatti tuoi”.
“Ho il profilo, ma non ho capito a cosa serve”
Registrarsi è semplice. Ma è soltanto l’inizio del “lavoro”.
Sicuramente anche in Italia LinkedIn sta avendo un boom di iscrizioni (quanto questo sia da connettere anche all’aumento di persone che sono alla ricerca di nuova occupazione lo lascio decidere ad altri ) ma è anche vero che, come ogni social network, la semplice “presenza” non può portare nessun beneficio.
Un profilo a vostro nome che sia privo della foto (“per privacy”), incompleto (“ho messo solo l’ultima esperienza”) e punteggiato di errori ortografici (“avevo fretta”) non serve a niente.
Forse è addirittura dannoso.
Un profilo completo (tranquilli, sarà LinkedIn a segnalarvi quando ne sa abbastanza su di voi per mezzo dell’apposito indicatore “a forma di cerchio”) è un primo passo necessario. Poi vengono i contatti, l’iscrizione ai gruppi, la partecipazione alle discussioni e la condivisione di materiali. Fare tutto contemporaneamente non è consigliabile. Fare “soltanto qualcosina” ancora meno.
…e avrete risultati.
Come suggerito anche da questa interessante infografica i recruiter contattano più facilmente le persone con profili completi, interessanti e pubblici. Alzi la mano solo chi è realmente sorpreso. Lo “strumento LinkedIn” vi fornirà potenzialmente molti contatti utili per il vostro lavoro… ma soltanto se avrete qualcosa da dire, ed il modo giusto per farlo.
17 minuti al mese
Sul Web si trovano molti dati relativi all’utilizzo di LinkedIn: sembra che il tempo medio di accesso per ogni utente sia di 17 minuti al mese. Personalmente ci passo qualche ora: forse è perchè sono lento io, oppure faccio media con quelli che non accedono da anni.
Ad ogni modo l’investimento di tempo è sicuramente “sostenibile”…e ne vale sicuramente la pena.
Tag: candidati, digital reputation, LinkedIn, personal branding, recruiter, recruiting 2.0
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