“Domani ho un colloquio… ” [10 piccole indicazioni ispirate dalla pratica e dal buon senso].
19 Set 2013 - Articoli
Ci siamo: siete stati contattati per un colloquio di lavoro.
Il momento è importante, ma farsi prendere dal panico non serve.
Ho cercato di mettere insieme una collezione di piccoli consigli, generali e per questo motivo sempre validi…
Prima
- Ricerca: Informatevi sull’azienda il più possibile. Visitate il loro sito web e le loro pagine sui social network, se le hanno. Fate una piccola ricerca via Google. Ogni informazione può essere decisiva per darvi un quadro migliore di “cosa” si aspettano da chi stanno cercando. Già che ci siete, capite bene come raggiungere la sede del colloquio.
- Puntualità: Arrivate 5-10 minuti prima all’appuntamento. Se è vero che il ritardo non fa buona impressione, nemmeno l’anticipo di 45 minuti vi guadagnerà molte simpatie.
- Abbigliamento: formale, ma comodo. Se è vero che è difficile essere “troppo” vestiti per un colloquio, è anche vero che l’abbigliamento più giusto è quello che rispecchia lo “stile” aziendale. E poi dovrete essere a vostro agio: se non portate solitamente la cravatta, è inutile riesumare quella del matrimonio di vostro cugino per l’occasione. “Formale” può significare “elegante”, ma in nessun caso significa “abbigliamento da cerimonia”.
- Curriculum: la persona che vi intervisterà dovrebbe averne una copia, ma voi portatene una di riserva (firmata in originale, per la privacy). Non si sa mai.
Durante
- Postura, contatto oculare, tono di voce: Ho letto un sacco di consigli in merito, ma alla fine tutto si può ridurre a “cercate di sedervi in maniera naturale e comoda”. Stessa cosa per il contatto oculare con l’intervistatore: va bene mantenerlo ma lo sguardo fisso “da gufo” può risultare eccessivo. Attenzione all’emozione: può causare bruschi cali o innalzamenti del tono di voce. Finchè non vi sentite un po’ più a vostro agio, parlate con calma.
- Domande e risposte: in una buona intervista, è il candidato a raccontarsi. Non è un reato affrontare un colloquio avendo già chiaro cosa direte nel caso in cui il selezionatore vi chieda di presentare il vostro curriculum vitae. Pensatela come la “domanda a piacere” dei tempi delle superiori, e giocatevela bene evidenziando i vostri punti di forza. Altri “grandi classici” dell’intervista di selezione possono riguardare il motivo della conclusione del vostro precedente lavoro, le vostre aspettative professionali, il dettaglio delle vostre esperienze. Si parla in ogni caso di voi, e siete quindi fortemente preparati sull’argomento: cercate solo di presentarvi nel modo migliore.
- Eccesso (o mancanza) di sicurezza, polemicità: difficile che questi elementi siano apprezzati in fase di colloquio, specie se si tratta di un “primo incontro”. Difficile anche consigliare strategie per “impressionare favorevolmente” l’interlocutore, che fa questo di mestiere e dovrebbe essere esperto in materia (almeno, si spera). Insomma, cercate di essere naturali e non “eccessivi”.
Dopo
- Contatti: al termine del colloquio, fatevi spiegare chiaramente come prosegue la selezione, quanto tempo può trascorrere prima che vi ricontattino, se lo faranno in ogni caso o soltanto se proseguirete nel processo. Cercate di avere i contatti della persona che vi ha intervistato.
- Feedback: un “ritorno” è dovuto ad ogni candidato visto a colloquio, ma è vero che a volte il recruiter è preso da mille altre questioni. Siate gentili: se non vi ricontattano, fatelo voi. E richiedete un feedback.
- Connessioni: a prescindere dall’esito della selezione, restare in contatto con il recruiter è una buona cosa. LinkedIn serve anche a questo. Il fatto che “non sia andata bene” non significa certo che quella persona ce l’abbia con voi per qualche motivo. E magari la prossima volta…
Per tutto il resto, cercate di stare tranquilli e mantenere sotto controllo l’agitazione. In casi estremi, l’assunzione terapeutica di un bicchiere di latte caldo la sera prima può agevolare un sonno sereno.
Un buon colloquio è comunque un “investimento” per il candidato: l’abitudine a presentarsi positivamente e la capacità di cogliere gli impercettibili segnali da parte dell’intervistatore (che è comunque un essere umano, non dimentichiamolo) sono “muscoli” che si allenano con la pratica.
E indipendentemente dal risultato finale, il vostro colloquio non potrà mai essere peggiore di questo.
Tag: candidati, colloquio, intervista, lavoro, recruiting, selezione
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