Stress da lavoro o stress da non-lavoro?
18 Mar 2014 - Articoli
[Piccola rassegna stampa di articoli a tema “stress e lavoro”, con commenti,note, un po’ di domande e qualche dubbio].
Forse ci avrete fatto caso anche voi: lo “stress” sembra andare di moda, specie se accoppiato al termine “lavoro”. Fra chi pensa che sia soltanto “poca voglia di darsi da fare” e chi vede “stress” ovunque, proverò a dire la mia…
Siamo tutti “stressati”. E meno male.
“Stress” non va confuso con “fatica”. Tutti siamo soggetti ad una serie di stimoli molto faticosi ma anche molto positivi, che ricerchiamo attivamente. Un esempio? Pensate alle vostre ultime vacanze!
Parlando di stress, è bene distinguere il concetto di “eustress” (quello “buono”) dal “distress” (quello “cattivo”), padre di tutte le problematiche che vedremo in seguito.
Il “distress” può essere generato sia da un eccesso di attività che da una mancanza della stessa. Quindi, per chi se lo sta chiedendo: sì, “non fare niente” (di interessante, di produttivo, di stimolante…) può “stressare”, e molto.
Semplificando, si può sostenere che ogni volta che affrontiamo una situazione che non possa essere risolta in modo semplice con meccanismi tipo “attacco o fuga”, tutte le volte che la soluzione ad una determinata problematica non dipende solo dalle nostre azioni, siamo a “rischio distress”.
Terminato lo “spiegone”, andiamo sul pratico…
Da quanto scritto sopra, è chiaro che si può essere sottoposti a distress sia a causa di una complicata situazione lavorativa che a causa della ricerca del lavoro.
Come avrete letto, il grande colpevole sembra essere “La Crisi”. C’è però da dire che il distress esisteva sicuramente anche prima.
Certo, l’attuale congiuntura economica non facilita le cose, ed è possibile notare un aumento della classica “sintomatologia da distress” : disturbi del sonno, problemi a livello gastro-intestinale, irritabilità, aumento del consumo di sostanze quali alcool, tabacco, droghe (legali e non). Non esattamente roba da poco, insomma. E vi risparmio i sintomi più gravi.
“Aiuto, lo stress!”
Come si combatte, o almeno si contiene, lo stress?
A parte l’individuazione di “tipologie di profili” forse un pochino troppo “divulgative”, e la classica serie di consigli per “l’ansia da colloquio” (niente di particolarmente nuovo, ma male non fanno…) c’è da dire che la risposta allo stress deve essere per forza individualizzata. Non è un modo semplice per risolvere una questione spinosa, ma è innegabile che ognuno di noi affronta il distress con i propri meccanismi di coping. Sicuramente, “differenziare” e cercare di valorizzare aspetti della propria vita non direttamente connessi alla sfera lavorativa può essere un ottimo punto di partenza.
Perchè, malgrado sia forse un po’ “di moda” parlarne, il distress comporta sicuramente dei rischi per la salute che è bene provare a controllare.
[Solo una piccola nota conclusiva sull’ultimo link: nell’articolo si parla di “circa il 7% dei lavoratori della Lombardia… sottoposti a mobbing”. Il dato mi sembra un po’ “forte”, forse volevano intendere “circa il 7% dei lavoratori…che ritengono di essere sottoposti a mobbing”. La differenza, non banale, è tutta in quello che la singola persona percepisce e quello che un giudice è disposto a riconoscere come legalmente rilevante.]
Tag: candidati, distress, mobbing, ricerca lavoro, stress, stress lavoro-correlato
Ciao, le tue righe sono estremamente interessanti. notevoli! il problema è veramente vissuto, soprattutto tra noi giovani… io scrivo per un giornale online, e ho trovato questo nuovo “tassello” di movida milanese invece che distrarre dagli obiettivi di tutti i giorni, può aiutare! l’ho trovato davvero un esperimento interessante, anche considerando che l’idea della catena è tutta italiana! guarda se ti può interessare 😉
http://www.smartweek.it/workcoffee-quando-caffe-e-lavoro-vanno-a-braccetto/
Ciao Beatrice, grazie della segnalazione, mi sembra davvero un esperimento interessante… di cui seguire gli sviluppi!