Come cerchi lavoro?

6 Gen 2015 - Articoli

“Come cerchi lavoro?” è la domanda con cui più frequentemente inizio i miei colloqui di orientamento. Perchè se è vero che cercare lavoro “è un lavoro” (per usare la frase fatta) oppure “è un lavoraccio” (per provare a riderci un po’ su) è anche vero che senza una buona organizzazione difficilmente si ottengono risultati.

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“Quanto tempo dedichi alla ricerca di lavoro, al giorno? E nella settimana?” Nessuno cerca lavoro “tutto il giorno, tutti i giorni”: non è umanamente possibile, e francamente è pure una perdita di tempo. Trascorrere intere giornate sui portali di ricerca non aumenterà le vostre possibilità e servirà unicamente a demoralizzarvi. Diciamo che 2 ore al giorno (10 alla settimana) possono andare più che bene, purchè siano ben utilizzate. Ma come costruirsi un “buon” piano di ricerca?

Portali, offerte e social network (6 ore/settimana) Individuate 3 “blocchi” da due ore ciascuno da dedicare alla ricerca di lavoro online: consultate i portali principali quali Monster e Infojobs e per completare il tutto fate anche una ricerca tramite Jobrapido (attenzione perchè in questo caso sicuramente vi verranno segnalate anche offerte provenienti da portali di annunci gratuiti a forte “rischio bufala”) . Consigliato attivare i vari “alert” presenti su questi siti, che provvederanno a segnalarvi in autonomia le offerte più in linea con la vostra ricerca (non ci azzeccano sempre al 100%, ma aiutano). Consigliato anche individuare i “blocchi” al mattino, in modo da rispondere velocemente alle offerte che vi interessano: ad esempio, utilizzando i classici “lunedì-mercoledì-venerdì 8-10” risponderete ad ogni offerta al massimo a 48 ore di distanza dalla pubblicazione, che è un tempo assolutamente accettabile. Non limitatevi inoltre a mandare semplicemente il c.v, ma dove possibile cercate di entrare in contatto con chi cura quella specifica selezione. Con un po’ di pratica, diventerete esperti nel “tracciare” le offerte che vi interessano: questo vi permetterà di risparmiare tempo all’interno del blocco da dedicare alla cura della vostra reputazione digitale sui social ed a sviluppare il vostro network “virtuale”.

Autocandidature e contatti diretti (4 ore/settimana)

“Che tipo di lavoro stai cercando?” è la seconda domanda che uso più spesso, e “un lavoro qualsiasi” non è mai la risposta giusta. Sulla base delle nostre passate esperienze (e delle nostre preferenze) tutti abbiamo un settore o un’attività che può garantirci qualche possibilità in più: dobbiamo saperlo individuare bene per indirizzare la nostra ricerca nel modo giusto. Ed anche per  creare una lista di aziende a cui inviare la nostra autocandidatura: in un’ora è possibile stendere tranquillamente la lettera di presentazione e “personalizzare” il curriculum per quello specifico invio. E con 8 “blocchi” di questo tipo in un mese collezionerete 16 autocandidature mirate per altrettante aziende, che possono sicuramente darvi un piccolo vantaggio competitivo nella ricerca di lavoro.

“E con il tempo che mi avanza che ci faccio?” 10 ore a settimana possono costituire un buon investimento per la vostra ricerca di lavoro. A queste, aggiungetene qualcuna in fase iniziale per sistemare il vostro curriculum vitae (se siete in cerca di qualche consiglio a proposito…) e definire bene la vostra “identità professionale” sui social network.

Il tempo che avanza potete comunque investirlo per sviluppare il vostro profilo, prendendo informazioni riguardo alle opportunità formative gratuite presso i Centri per l’Impiego, aggiornandovi o studiando (l’autoformazione può sempre rappresentare una valida alternativa).

Avere un periodo di “buco” nel cv non è certo un fatto eccezionale… ma sta a voi “riempirlo” con qualcosa che possa essere realmente interessante per il vostro prossimo datore di lavoro.

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4 Risposte

  1. Luca Azzini ha detto:

    Detto (o meglio:scritto) cosi’ sembra tutto regolare: trovi l’annuncio che ti interessa, invii la candidatura e… Niente! Manco uno straccio di risposta! E cominci a notare che gli annunci sono quasi tutti postati da agenzie di lavoro interinale (il resto e’ solo phishing). Noti che l’annuncio e’ sempre molto diverso nel descrivere la posizione ricercata rispetto al titolo stesso. Si chiedono esperienza lavorativa triennale, quinquennale o decennale a persone che escono dalla formazione scolastica sia con diploma che con laurea. Noti che non c’e’ mai una persona cui far riferimento in caso tu voglia sapere a che punto e’ lo stato della tua candidatura. Per la verità il sito Infojobs offre un servizio del genere, ma il tutto non va oltre lo stato della segnalazione dello stato della candidatura: se l’annuncio viene ripetuto a breve, nessuno te lo segnale e tu ti puoi ricandidare tranquillamente.
    Peggio per quanto riguarda i famigerati centri per l’impiego, vero “buco nero” del settore che dovrebbe assicurarti la ricerca di un posto di lavoro. Invia pure la tua candidatura, tanto poi nessuno saprà rassicurarti su come sia andata a finire per… mancanza di personale! E vabbè, dai! E’ tutto gratis! Che vuoi la moglie ubriaca, la botte piena e l’uva nell’orto?
    Quello che mi preme sottolineare e che viene fatto regolarmente nel resto del mondo civilizzato, e’ quello di assistere economicamente chi ha perso il lavoro o chi e’ in eta’ lavorativa dietro l’accettazione di almeno tre offerte di lavoro attinenti all’esperienza lavorativa o scolastica della persona. Se queste tre offerte di lavoro vengono rifiutate o disattese, allora si perde il diritto di avere un sostentamento economico e mi sembra che sia giusto che il “disoccupato” venga lasciato in balia dei venti.

  2. stefanoinnocenti ha detto:

    Luca, il post è dedicato proprio alle attuali difficoltà di chi cerca attualmente lavoro: non essendoci ricette “sicure” (come da te evidenziato) è sempre più importante che la ricerca sia costante ma sostenibile nel tempo (da lì la “ricetta” per cercare lavoro 10 ore a settimana), proprio perchè è difficile sapere quanto durerà. Come ho scritto in altri post, le candidature “classiche” in questo momento soffrono molto dell’effetto “ingorgo”: si corre il rischio di spedire molti cv, ma con pochissimi riscontri. Molto meglio prepararsi un piano che preveda anche un regolare invio di autocandidature: anche in questo caso non c’è risposta certa (nella mia esperienza diretta, 1-2 colloqui ottenuti su 10 chiesti) ma si tratta pur sempre di situazioni in cui non si è in competizione. Vero, si può andare al colloquio per sentirsi dire che “al momento non stiamo cercando…”, ma intanto avremo stabilito un contatto…

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