Leggere questo post NON ti farà trovare lavoro…
16 Feb 2017 - Articoli
…ma nemmeno altri tipi di post ci riusciranno. Anzi, potrebbero danneggiarti.
A volte le cose succedono in modo strano. Qualche giorno fa ho letto questo articolo di Davide Cardile e mentre riflettevo sulla esattezza delle sue considerazioni ho cominciato a notare una serie di post “particolari” su LinkedIn.
Possibile che sia stato “sensibilizzato” al tema, ma mai come nelle ultime due settimane mi è capitato così spesso di leggere:
- Post sul genere “Ho molte competenze e certificazioni, cerco lavoro da tempo ma non lo trovo anche se sarei un ottimo elemento per qualsiasi azienda. Tuttavia voglio sperare che questo Paese si riscatterà offrendomi un lavoro”. Capisco la frustrazione di chi cerca lavoro da tempo, tuttavia non condivido l’atteggiamento da “tutto mi è dovuto”. Complimenti per i titoli, ma francamente tutto il resto è da valutare.
- Post del tipo “I recruiter devono dare obbligatoriamente un feedback dettagliato a tutti i candidati, è il loro lavoro”. Premesso che sarebbe sicuramente opportuno dare un feedback ho sempre sostenuto che non in tutti i casi questo sia possibile, ed un aiuto da parte dei candidati nel farlo sarebbe molto gradito.
- Catene di messaggi stile “Scrivete qui sotto che lavoro state cercando, magari i miei contatti lo leggono e vi chiamano!” Purtroppo, una cosa che a qualsiasi recruiter non manca in questo momento sono proprio i curriculum. Aggiungete la scarsa praticità della cosa (chi leggerà veramente le centinaia di commenti? purtroppo temo di saperlo…), il modo inadeguato di raccogliere le reali disponibilità dei candidati, la poca chiarezza (“davvero ti andrà bene qualunque lavoro in quel settore?”) e la frittata è fatta. Le autocandidature ben strutturate sono un’altra cosa.
“Male che vada, ho provato anche questa. Tanto mica ci rimetto niente…”
…è purtroppo la frase tipica di chi non ha impostato bene la propria ricerca di lavoro. Fatte tutte le dovute considerazioni sulla difficoltà dell’operazione, cerchiamo di andare avanti.
Esternare la propria rabbia o frustrazione può portare un sollievo momentaneo, non c’è dubbio. Fatelo, lo consiglio caldamente: trovate qualcuno di comprensivo e parlategli per ore di quanto tutto stia andando a rotoli.
Però vi consiglierei anche di stare lontani dai social network, e da LinkedIn in particolare, per questa specifica operazione.
Tutto quello che scriviamo diventa (e rimane) pubblico. Conseguenze possibili (probabili?) dei differenti atteggiamenti “rischiosi” visti sopra:
- Possibile che la prima impressione che chi legge si farà della persona sarà che abbia paradossalmente poca voglia di mettersi in gioco e che si aspetti principalmente un aiuto dall’esterno. Certo, si raccoglieranno tante manifestazioni di solidarietà… finchè queste sono gratuite (sì, anche invitarvi pubblicamente ad un colloquio a 400 chilometri di distanza completamente a spese vostre solo per far vedere alla mia rete di contatti quanto sono bravo a me non costa assolutamente niente). Arriviamo a parlare di retribuzioni e contratti e vedrete che le cose cambiano drasticamente. Alla fine siete stati voi a dichiarare che vi andava bene tutto, quindi adesso posso realmente offrirvi qualunque cosa.
- Sostengo da tempo che per i candidati il selezionatore è sempre cattivo, incapace, fannullone. In certi casi sarà sicuramente vero, non ne dubito. Tuttavia un appartenente a quella bistrattata categoria lo incontrerete al vostro prossimo colloquio di lavoro, e siccome ne avete parlato così bene su LinkedIn potrebbe ritrovarsi ad essere un tantino prevenuto nei vostri confronti. Magari no, magari è comprensivo e l’ha presa sportivamente, ma cerchiamo di non esagerare: sconsiglio ad esempio di cominciare a scrivere sui social “tutti gli Amministratori Delegati sono figli di puttana” per ovvi motivi di buon senso.
- Ho scritto sopra che forse qualcuno leggerà con interesse le risposte a queste catene. E’ vero, ma non sarà chi pensate voi. Vi state pubblicamente svendendo, e questo solitamente non giova in fase di candidatura. Qualcuno potrebbe realmente contattarvi, ma probabilmente il lavoro non sarà quello che vi aspettate .
“Ma allora COSA faccio?”
Per quanto sgradevole possa essere, la ricerca di un nuovo lavoro non è semplicemente un fatto di “me lo merito”, e purtroppo non segue la regola del bisogno personale. Ci sono modalità corrette (nel mio piccolo, su questo blog cerco sempre di parlarne) ed altre inutili, quando non dannose. Scrivere qualcosa di poco adeguato su un social network, soprattutto se professionale, equivale praticamente a dirlo ad un colloquio. E quasi certamente un selezionatore verificherà la vostra attività online.
Prima di scrivere qualcosa di controverso in un “luogo”pubblico o di diffondere dati su di voi senza sapere da chi potrebbero essere raccolti e per quali finalità(“sono disperatamente alla ricerca di lavoro” è un dato) chiedetevi se possa portare realmente un beneficio alla vostra ricerca. E poi lasciate perdere.
Ps: Sono consapevole del fatto che un singolo commento sul genere “ma cosa dici, per me ha funzionato!” basterebbe a smontare l’intero post. Sono contento se per qualcuno è andata bene, tuttavia resto convinto che si tratti di eccezioni. Prima di farmi davvero ricredere, vorrei almeno vedere qualche dato davvero significativo.
Tag: candidati, LinkedIn, recruiting, ricerca lavoro