Conquistare o perdere un’aula di formazione… in 5 minuti
16 Lug 2019 - Articoli
Immaginate di stare preparando un percorso formativo piuttosto strutturato: probabilmente avrete già definito contenuti, esercitazioni ed attività basandovi sul profilo dei corsisti e sulle richieste della committenza, senza ovviamente perdere di vista gli obiettivi formativi concordati e creando del materiale didattico che possa funzionare come supporto efficace agli incontri che andrete a realizzare.
Eppure, tutti i vostri sforzi saranno stati una fatica inutile se non riuscirete a “conquistare” i partecipanti nei primi 5 minuti del vostro intervento.
Recentemente mi è capitato di incontrare un paio di aule che mi erano state presentate come “difficili” (in un caso decisamente memorabile, la committenza ha tenuto a sottolineare nel nostro primo incontro che “In questa azienda non è che non vogliamo fare formazione, non ci crediamo proprio…”) ed ho potuto nuovamente verificare una mia vecchia convinzione: molte persone non amano la formazione semplicemente perché troppo spesso è stato loro imposto un modello decisamente rigido, poco interattivo, fortemente valutativo ed assolutamente non-paritario.
Insomma, quale gruppo di adulti accetterebbe di essere trattato come una classe scolastica decisamente poco disciplinata?
In questo la formazione esperienziale ha un grande vantaggio perché semplicemente “non può essere fatta” senza un concreto coinvolgimento dell’aula: spetta al formatore il compito di riuscire a “catturare” i partecipanti e trasformarli nei veri protagonisti della giornata formativa, e spesso ne sarà capace solo se avrà programmato con cura la propria apertura.
I primi cinque minuti di ogni intervento sono fondamentali, perché sarà lì che i partecipanti decideranno se il formatore è in grado di proporre elementi di interesse per la loro attività… o se si troveranno irrimediabilmente a perdere tempo prezioso.
Il mio personalissimo consiglio? Stupiteli facendo qualcosa che non si aspettano e non collegano alla loro idea di formazione, magari utilizzando un ice-breaker o un piccolo “gioco” molto fisico, o facendo un giro di domande su un tema particolarmente “spinoso” per i partecipanti… insomma, tutto quanto possa spezzare l’aspettativa del “adesso mi metto qui seduto comodo e spengo il cervello”.
Su questa prima interazione l’aula costruirà la propria prima impressione del formatore: volete forse rischiare di apparire scarichi o demotivati, senza niente di realmente interessante da dire?
Si dice che le aule peggiori da affrontare per un formatore siano quelle passive, ed io sono d’accordo. Quello che non si dice mai è che alcuni formatori sembrano a volte mettersi davvero d’impegno per limitare al massimo l’interazione dei propri corsisti!
Una buona apertura è senz’altro un ottimo inizio per ogni intervento formativo: qual è la vostra modalità preferita?
Tag: apertura, aula, docenza, formazione