Perché la formazione non può essere come andare dal dentista

Perché la formazione non può essere come andare dal dentista

15 Dic 2020 - Articoli

Perché la formazione non può essere come andare dal dentista

[Nota: ho cominciato a scrivere queste riflessioni a Settembre, con la ripresa delle aule in presenza… ma adesso che forzatamente siamo tornati online forse sono più valide che mai!]

Qualche tempo fa avevo già scritto dell’importanza dei “primi 5 minuti” all’interno di ogni incontro formativo, ma una cosa che non ho raccontato è che solitamente la prima domanda che faccio appena incontro un nuovo gruppo è sempre la stessa:

“Possiamo darci del tu?”

Per me si tratta di un vero e proprio elemento essenziale, senza il quale mi risulterebbe davvero difficile lavorare: quattro parole che racchiudono la necessità di trovare un accordo fra partecipanti e docente su quello che succederà da lì in poi. Perché troppo spesso l’idea diffusa riguardo ai momenti formativi è che il docente abbia tutto il sapere, mentre i corsisti devono solo cercare di stare fermi e buoni il più possibile mentre fa quello che è stato pagato per fare, magari aprendo ogni tanto la bocca a comando.

Ma fare formazione non può essere come andare dal dentista, e se da partecipanti a volte l’unica cosa che vi siete portati via è un certo indolenzimento e un forte mal di testa magari qualcosa non ha funzionato: anche se sicuramente esistono gruppi più o meno complessi da gestire, la responsabilità più grande sarà sempre da individuare nel docente e nel “tono” che ha deciso di dare al proprio intervento.

Come reagireste ad un docente che, senza dare nessuna attenzione all’aula, si mettesse a sedere “nascosto” dietro il portatile e cominciasse a leggere la prima delle sue numerosissime slide, magari specificando che “per le eventuali domande ci saranno dieci minuti alla fine”? Questi “docenti sfuggenti” non sembrano essere molto interessati alla partecipazione, e sono probabilmente convinti che più argomenti vengono trattati e migliore sarà la qualità finale dell’intervento. Chiunque abbiano davanti, qualsiasi sia la composizione dell’aula, loro devono recitare il loro “pezzo” e niente potrà fermarli. Chiaramente, davanti ad una così plateale dimostrazione di scarso interesse, i partecipanti avranno grandi difficoltà a non rimpiangere la propria amata scrivania, sulla quale intanto si stanno accumulando compiti da gestire…

La tipologia di “docente imperiale” è invece quella contraddistinta dalla convinzione che la piena e assoluta conoscenza della materia risieda unicamente nel formatore, che in quanto massimo esperto universale sul tema difficilmente tollererà interventi da parte della classe che non siano semplici approvazioni (preferibilmente poco rumorose, per non disturbare) di quanto già detto. In molti casi un’aula così poco tenuta in considerazione può arrivare a ribellarsi a questa vera e propria dittatura, ma stranamente in alcune circostanze il “docente imperiale” verrà incomprensibilmente amato alla follia e stimato per il piglio deciso con cui affronta l’argomento. Alla fine non dubita mai ed ha risposte a qualsiasi domanda, cosa si può volere di più?

Ma forse la categoria di docente più problematica in assoluto è il “docente scusante”: apre ogni intervento dichiarando piena comprensione per i corsisti che non saranno particolarmente interessati perché “si tratta di un argomento molto specialistico/tecnico/noioso…”, cerca in tutti i modi di allungare le pause-caffè e sarà ben felice di chiudere la giornata un po’ in anticipo, così “non abbiamo problemi con il traffico e arriviamo tutti a casa puntuali”. Può sembrare molto carina come tipologia, e di certo è più gradevole delle precedenti, ma fate bene attenzione: sotto l’approccio insicuro e assolutamente non conflittuale potrebbe nascondersi un manipolatore che ha ben poco da dire, e nessuna voglia di farlo.

A questo punto del post sarebbe opportuno fornire la propria ricetta sicura per diventare formatori migliori… ma francamente non ce l’ho. Sicuramente nelle mie aule ho sbagliato molto (scusate, nessuno nasce “imparato”) e spero di aver appreso anche di più. C’è ancora tanto da migliorare, ma sempre tenendo presente che un buon corso di formazione deve necessariamente essere “fatto” da corsisti e formatore saldamente posizionati sullo stesso piano relazionale.

E voi… avete qualche altra tipologia di docente “insopportabile” da segnalarmi?

[Nota: il post non vuole assolutamente risultare polemico nei confronti dei dentisti, in particolare del mio!]


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