Mi piace la “nuova faccia” della Formazione

Mi piace la “nuova faccia” della Formazione

9 Mar 2022 - Articoli

Mi piace la “nuova faccia” della Formazione

La formazione ama il cambiamento e la novità, è per definizione evoluzione. Cosa succede adesso, “dopo” gli ultimi due anni?

Parlare di “scenario post-pandemico” è forse una espressione nata già vecchia, almeno per quanto riguarda la formazione: se da un lato è vero che si può tornare in aula con una certa serenità e costanza, è anche innegabile che ci siano delle tracce fortemente legate alle trasformazioni avvenute nel corso degli ultimi due anni.

Come formatori ci sono degli elementi che operare esclusivamente online ci ha insegnato, come l’impossibilità di trasferire in maniera lineare i formati dei percorsi, la necessità di dover concentrare particolari tematiche ed attività in periodi  più brevi per contrastare le inevitabili distrazioni ed il senso di distacco dovuto ad essere sì parte di un gruppo che apprende, ma che al contempo è anche completamente immateriale. Dall’altro lato, la formazione in presenza che tanto abbiamo rimpianto non è mai stata priva di problematiche, dai costi organizzativi e di trasferta alla necessità di dover riprendere con maggiore attenzione alcuni punti, rischiando di ripetere elementi già chiari per alcuni partecipanti, fino al maggiore confinamento della formazione stessa in orari e giornate ben definite: in fondo, dire che “oggi abbiamo il corso” significa anche staccarlo dalla quotidianità e renderlo quasi un momento a parte, separato e differente dalla normale attività lavorativa. E per dirla tutta, i partecipanti possono comodamente distrarsi anche in presenza, se il formatore non riesce ad essere interessante.

Ma è possibile che vecchie e nuove modalità possano trovare un modo per convivere, riuscendo a superare  problematiche “storiche”?

Ora che la formazione in presenza è finalmente una strada percorribile non deve obbligatoriamente essere l’unica, integrando nei percorsi momenti online dedicati ad approfondimenti di vario tipo, oppure a creare dei collegamenti fra quanto già visto e quanto verrà affrontato in futuro. Forse meno coinvolgenti ma più flessibili, anche gli incontri online possono rappresentare un momento essenziale del percorso se ben strutturati a livello di progettazione formativa.

Paradossalmente la maggiore novità è rappresentata dal sapiente mix di incontri in presenza, formazione online e attività autonoma dei partecipanti, quei “compiti per casa” a cui personalmente confesso di aver sempre dato poco credito e che invece alla prova dei fatti si rivelano efficaci per non perdere il contatto con l’impianto formativo negli spazi tra un incontro e l’altro: tutto questo ha il “nuovo” nome di formazione blended.

Mischiata, mescolata. Forse addirittura mixata e in qualche caso frullata.

Più efficace, migliore? Per rispondere a questa domanda dobbiamo guardare in un’altra direzione, verso gli obiettivi e la cura messa nella progettazione dei percorsi stessi.

Certo più flessibile, dato che dopo aver sperimentato la formazione erogabile “ovunque e comunque” difficilmente i partecipanti ed i clienti sono disponibili a tornare a pensare e progettare unicamente in ottica di giornate da otto ore in presenza.  

E sicuramente più ricca, perché poter contare su più strumenti e proposte è sempre positivo.

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