Cerchi lavoro? Non metterci la faccia!

27 Mag 2016 - Articoli

Ora che probabilmente il titolo vi ha portati fin qui, posso raccontarvi “perchè” nasce questo post…

Siamo (tutti) pessimi giudici della nostra immagine. O per dirla meglio, la valutazione che diamo di una fotografia che ci ritrae è sistematicamente migliore di quanto non sia portata a fare una “giuria” di osservatori esterni.

L’ultima conferma sperimentale viene da una ricerca canadese (qui l’articolo che mi ha incuriosito e qui l’abstract della ricerca): i partecipanti alla rilevazione tendevano a sovrastimare non di poco l’impatto della propria “sensualità ed avvenenza” su un gruppo di sconosciuti chiamati a vestire i panni di “giudici dei selfie altrui”

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Allegare curriculum CON FOTO

Spero che nessuno stia inviando il proprio curriculum utilizzando come immagine un autoscatto, ma anche nel caso di fotografie maggiormente tradizionali a volte si è realmente tentati di chiedersi “cosa” stesse passando nella testa del candidato per allegare proprio quella immagine.

L’errore percettivo è frequente e diffuso: ecco spiegate le varie “foto-tessera con faccia poco raccomandabile”, il “manager talmente serio da far sospettare un caso grave di stipsi”, il “candidato al mare in costume, oltre che bravo pure figo”.

Le immagini hanno un impatto potente sulla nostra percezione, ma raramente sono indicative: nel caso del curriculum possono arrivare ad influenzare fortemente il primo impatto del selezionatore.

Una scelta sbagliata avrà per forza una peso negativo sull’effetto “prima impressione”, ed influenzerà in particolare tutti coloro che credono di poter “cogliere qualcosa” nell’immagine dei candidati.

“Ti ho inquadrato al primo sguardo”

Molte offerte di lavoro chiedono obbligatoriamente ai candidati di includere una loro fotografia. Ammettendo (ma non concedendo) che per alcune posizioni il fattore “bella presenza” possa effettivamente avere un peso nella selezione, questo può essere generalizzato a tutte le tipologie di lavoro? O si tratta piuttosto di pensiero magico, finalizzato semplicemente a confermare un qualche tipo di idea preconcetta del selezionatore stesso?

Domanda provocatoria per tutti i colleghi recruiter: ammesso che la “bella presenza” sia davvero requisito imprescindibile… una semplice foto basta per valutare?

Sul tema girano le spiegazioni più fantasiose, dalla “fotografia come termometro dell’autostima del candidato” al “metodo indiretto per testare l’adeguatezza dello stile personale a quello dell’azienda”.

Ma a mio parere i rischi potenziali di pre-giudizio non valgono i vantaggi, per altro tutti da dimostrare.

Infatti oggi c’è il video-curriculum…

…che purtroppo non risolve tutti i problemi. Se da un lato un filmato è sicuramente più interessante di una semplice foto, dall’altro la poca familiarità con il mezzo e la “voglia di mettersi in gioco” non supportata da una supervisione professionale e dal parere severo di uno sguardo “esterno” difficilmente producono risultati apprezzabili. Un giro superficiale su YouTube è più che sufficiente per rendersene conto.

Anche se oggi si può considerare una semplice webcam alla portata di tutti, spesso questa non è sufficiente a produrre risultati davvero gradevoli, o anche semplicemente accettabili.

A tutto svantaggio dei candidati, tra tutti i “peggio attrezzati” per ammettere che tutto sommato sarebbe stato meglio non metterci la faccia.

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